CAFFÈ E CAVALLO SULLA ROCCIA - Aligi Sassu
Tecnica pittorica: acquaforte e puntasecca a 1 colore (seppia) stampata su carta china applicata su carta Magnani di Pescia
Dimensione quadro: 76x56 cm
Anno: 1963
Esemplare XLI/LXX
Figlio di uno dei fondatori del partito socialista di Sassari, Aligi Sassu nasce a Milano nel 1912 ma presto la sua famiglia si trasferisce in Sardegna dove per tre anni vive a contatto con i cavalli e i colori forti del Mediterraneo. Tornato a Milano, si appassiona alla lettura dei futuristi: è il padre, amico di Carlo Carrà, a infondere in lui questa passione e a portarlo a soli sette anni a visitare la prima collettiva dei futuristi al Cova.
Nel 1925 è costretto dalle difficoltà economiche familiari ad abbandonare la scuola (che finirà con i corsi serali) per lavorare prima in un’officina litografica e poi con un decoratore murale. Quando con Bruno Munari viene a sapere che Marinetti incontra giovani artisti all’Hotel Corso, si presenta con i disegni su Mafarka il futurista (opera di Marinetti). La sera successiva, durante una manifestazione, Marinetti li indica come “due giovani promesse dell’arte italiana” e nel 1928 invita Sassu a mandare due opere alla Biennale di Venezia: Nudo plastico e l’Uomo che si abbevera alla sorgente. Sassu firma poi insieme a Munari
il manifesto della pittura Dinamismo e riforma muscolare, rimasto inedito fino al 1977.
Si iscrive all’Accademia di Brera dove conosce Lucio Fontana. Quando deve abbandonarla per motivi economici, frequenta l’Accademia Libera istituita dal direttore della Galleria di Milano, Barbaroux, che gli permette di disporre di cavalletti e modelle in cambio di un quadro al mese per la sua galleria.
L’accademia ha vita breve e Sassu continua la sua attività in uno studio affittato in piazza Susa insieme a Manzù. Nascono in questo periodo i Ciclisti e gli Uomini rossi.
Due soggiorni a Parigi confermano in lui da un lato l’amore per la pittura dell’Ottocento francese (lasciandogli negli occhi la luce dei caffè, tema spesso frequentato) e dall’altro l’impegno politico. Opera contro il fascismo e manifesta la sua posizione antifranchista con la Fucilazione delle Asturie. Impegno che prosegue anche in Italia dove, in occasione della sconfitta di Mussolini nella battaglia di Guadalajara, scrive con De Grada un manifesto che inneggia alla insurrezione. A causa di questo manifesto, trovato durante una perquisizione nel 1937, viene arrestato e rinchiuso a San Vittore e poi nel Regina Coeli. Mesi di grande crisi: non può dedicarsi alla pittura. Solo quando viene trasferito vicino Cuneo, ha la possibilità di realizzare oltre 400 disegni, fra ritratti di detenuti e opere mitologiche. Grazie al padre, gli viene concessa la grazia regia nel 1938, rimanendo sorvegliato speciale e non potendo dunque frequentare luoghi pubblici né esporre. Fino al ’41 quando allestisce una personale nella Bottega di Corrente, nata a Milano nel periodo della sua reclusione.
Incontra molti artisti, fra cui anche Picasso. Si trasferisce in Spagna, dove inizia quella che Dino Buzzati definisce la sua seconda giovinezza. Nascono le Tauromachie e conosce la tecnica dell’acrilico che gli permette di creare colori più vivi e luminosi, come quelli tipici di Mallorca, da lui vissuta come una nuova Sardegna. Tornato in Italia, realizza scene e costumi per la riapertura del Teatro Regio a Torino e gli viene dedicata una sala nella Galleria dell’Arte moderna del Vaticano.
Nel 1981 si trasferisce a Milano in via Brera. Viene riconosciuto come uno de “Gli uomini che hanno fatto grande Milano” e realizza gli acquerelli dei Promessi Sposi, espone al Palazzo dei Diamanti a Ferrara, a Castel Sant’Angelo, al Palazzo reale di Milano, a Siviglia, in Germania, Madrid, Canada, Monaco di Baviera. Tre delle sue tavole sulla Divina Commedia vengono acquistate dal Museo Puskin di Mosca.
Realizza mostre itineranti in Sud America e in Svezia.
È nominato Cavaliere della Gran Croce dal Presidente della Repubblica (1995). Con la donazione a Lugano di 362 opere dal ’27 al ’66, nasce la Fondazione Aligi Sassu che organizza nel 1999 una mostra dedicata al futurismo, nel 2000 al primitivismo, nel 2001 agli Uomini rossi, nel 2003 al realismo di Sassu. Per il suo 87mo compleanno si inaugura una antologica in Palazzo Strozzi a Firenze, muore l’anno dopo.
Nasce l’Associazione Culturale Amici dell’Arte di Aligi Sassu che, tra le diverse iniziative, organizza nel 2001 la prima antologica sulla scultura del Maestro, nel 2003 la mostra “Picasso Fontana, Sassu. Arte ceramica da Albissola a Vallauris” e nel 2005 “Il cenacolo verde. Cassinari, Migneco, Morlotti, Sassu e Treccani in Brianza”.
Nel 2005 il presidente Ciampi conferisce al Maestro la Medaglia d’oro per la scuola, cultura e Arte.
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